Pastallovo Senzovo

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Pastallovo Senzovo (Pisa, 1956 – Arnaccio, 1995) era un geometra, padre di due figli; ma dopo la sua triste, tristissima fine è diventato una ricetta molto amata dalle persone vegan. Questa triste storia piena di idiozie vuole sfidare la tradizione che vuole legare perforza le persone vegan alla tristezza.

Origini

Pastallovo Senzovo nacque il 38 Aprile 1956 al S.Chiara di Pisa, figlio di Gianna e Bruna Sbrana. Fu registrato all'anagrafe dalla madre mentre questa era ubriaca: quando la moglie lo venne a sapere, accoltellò la consorte, venendo arrestata il giorno stesso. Affidato alla carità, Pastallovo passò i primi 8 anni della sua infanzia seviziato[1] in un istituto di suore; questa esperienza segnò profondamente il ragazzo che da grande avrebbe fondato il Telefono Azzurro.

Il 12 Ottobre 1964 Pastallovo evase dall'istituto delle suore e andò in cerca della madre al carcere Don Bosco, ma il piantone di guardia lo allontanò con la falsa informazione che la madre era morta due anni prima. Al colmo della disperazione, Pastallovo si risolse a diventare un geometra e un onesto cittadino perché aveva il cuore pieno di bontà nonostante tutta la merda che gli aveva tirato addosso la vita fin dal primo giorno. Pochi mesi dopo scoprì di essere daltonico.[2]

Formazione e lavoro

Come tutte le storie tristi tipo fiammiferaja, il protagonista sta escluso abbestia dalla società per aumentarne la mestizia, e infatti Pastallovo frequentò tutte le elementari, le medie e le superiori clandestinamente perché chiunque - grande o piccino - lo allontanava manco avesse puzzato di merda: allora lui senza farsi mai vedere ne' sentire (ma prendendo sempre il massimo alle interrogazioni) se ne stava in un angolo a invocare con voce flebile il calore di un'amicizia. "Mi basterebbe solo un'anima vicina, una sola.", pensava a volte.[3]

La sua pia tenacia ed estrema sopportazione furono ripagate quando finalmente diplomato da geometra si iscrisse al test per la Classe di Scienze® alla Scuola Normale Superiore© di Pisa, superandolo con successo il 4 Settembre 1975. In Normale venne bullizzato di brutto pur essendo sempre cortese e gioviale con tuttu, ma conobbe Giulia Cordazzi ubriacandosi[4] il giorno della sua laurea: tra i due fu amore a prima vista e si sposarono il mese dopo, andando ad abitare ad Arnaccio da lei.

Pastallovo Senzovo e Giulia Cordazzi fondarono il Cordazzi & Senzovo Associati Generali in Arnaccio che era uno studio di geometria molto efficiente e produttivo e stimato, e con lo stabilizzarsi delle loro economie ampliarono la loro casa nel 1981 ed ebbero i loro figli Biagio (1983) e Anna (1988), la quale da grande diventerà una advertising designer di successo e moglie di un noto cantautore nonché poeta locale.

 
Una delle campagne pubblicitarie ideate da Anna Cordazzi Bellaspetto che la portarono al successo.

Nel 1990 Pastallovo fondò il Telefono Azzurro perché:

  1. memore della sue esperienze infantili, voleva rendere il mondo un posto migliore
  2. era immensamente buono e pieno d'amore, insieme a tutta la sua gaja famiglia
  3. non distingueva bene le gradazioni di blu[2]

e questa buona azione aumentò molto il suo karma e il suo credito presso Dio, ma tanto lui già riceveva i pandori omaggio ogni anno perché aveva da sempre votato DiCcì.

Declino, incidente e tristerrima fine

Nel Novembre del 1992 Pastallovo incontrò in segreto nel suo studio un cliente che le indagini sveleranno in seguito essere un noto imprenditore di Pontedera, il quale gli offrì della cocaina nel corso della trattativa. Pastallovo accettò con ingenua bontà, e divenne ben presto un cocainomane estremamente dipendente.

 
Biagio Cordazzi in braccio alla madre Giulia, ritratto all'IperCoop pochi mesi prima dell'incidente mortale del padre.

Nel 1995 Pastallovo era giunto a consumare 6g di cocaina al giorno e perfino scioglierla nella vasca dove faceva il bagno, per impregnarsi perbenino. Il 16 Aprile, durante una crisi di astinenza, scambiò un barattolo di curcuma per un barattolo di cocaina, per via del suo solito problema.[2] Tirare d'un botto trentacinque centimetri di curcuma provocò una detonazione interna nel cranio di Pastallovo, che morì all'istante senza lasciare alcuna testimonianza di questa esperienza.[5]

Scoperta della ricetta

Squassata dalla tristezza di questa storia, la moglie Giulia si risolse a conservare il corpo senza testa del marito sul tappeto di camera sua, per tenersi compagnia. La particolare condizione climatica della camera situata in Arnaccio e i polmoni ancora pieni di curcuma agirono una trasformazione pazzesca sul cadavere di Pastallovo Senzovo nel giro di poche notti: i tessuti molli si essiccarono e le carni si tinsero di giallo. Quando Giulia ormai allucinata vide la carogna giallastra del defunto ma non più tossicodipendente marito, si sentì incredibilmente ispirata e compose una ricetta.[6]

Fine. I/le vegane/i non c'entrano niente, a parte forse qualche strana coincidenza:

  • La ricetta della Pastallovo Senzovo è effettivamente senza ingredienti di origine animale.
  • La storia di Pastalovo Senzovo è effettivamente triste assai.
  • Certe persone (piuttosto barbare) reagiscono al (piuttosto naturale) prurito blaterando che il veganismo è triste, o qualcosa del genere - invece di grattarsi.

Riferimenti culturali

In Dottor Haus c'è un episodio con un tizio arancione e tutti " ¿Chissà che avrà mai questo tizio?!?? Oddìo, sarà grave?" e poi: "Dottore, la prego." E lo zoppo arriva e scopre che il tizio è arancione perché si beve in continuazione il succo di carota tuttolgiorno. Quell'episodio è chiaramente un omaggio alla memoria di Pastallovo Senzovo.

Ingredienti

  • 100g di farina di semola
  • 60g di latte di soia
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di curcuma, In Memoriam

Preparazione

  1. Fai un vulcano con la farina, versaci il latte nel cratere. Se non fai il marrano ci entra, altrimenti sbrodoli tutto il tavolo, così impari a non fare il marrano.
  2. Mescola con la forchetta.
  3. Lavora con le mani fino a ottenere un impasto sodo e liscio.
  4. Avvolgi nella pellicola e fai riposare 20 minuti in frigo.
  5. Stendi la pasta. Se non hai la macchinetta a manovella[7], fai così:
    1. Infarina il piano della spianatoia.
    2. Picchia l'impasto con cazzotti fortissimi come se quello fosse un alien, che ti vuole sblastare dall'interno colonizzandoti con schifide uova.
    3. Ora che l'impasto è piuttosto piatto, lo stenderai plurime volte rigirandolo, rispolverando ogni volta che giri con della semola, perché nello stendere se la ciuccia tutta. La superficie dell'impasto deve apparire sempre polverosa.
    4. Nello stendere, avvolgi prima l'impasto sul mattarello quasi del tutto, blocca sulla spianatoia il lembo di pasta che rimane e poi stendi srotolando il mattarello e pigiando fortefforte.
    5. Dipende dai gusti, ma in generale per la pasta asciutta devi stendere parecchio l'impasto; se riesci a fermarti appena prima che inizi a sbranarsi per l'eccessiva finezza, è lo spessore perfetto.
  6. Sagoma la pasta con tutte le foggie che vuoi e aspetta almeno un paio d'ore che s'asciughi.
  7. Schiantala nell'acqua salata a bollore, e quando ti pare al dente, scolala e condiscila col sugo che avrai preparato.Gustala alla memoria di tutte le persone buone: "Affanculo la tristezz', abbuttem'c la panz'".

Colori sflao

Per oltraggiare ulteriormente le persone daltoniche[2], questa pasta asciutta vegana viene in innumerevoli colori, basta aggiungere l'ingrediente colorante alla farina e mescolare, prima di iniziare la preparazione.

  • Giallo: curcuma, q.b.
  • Verde: spinaci lessi strizzati frullati, 50g (ridurre il latte di soia)
  • Fucsia: bietole rosse lesse frullate, 40g (ridurre il latte di soia)

Note

  1. Con la frusta. Diglielo de'.
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 Tritanomalia.
  3. "Diocane ora mi ammazzo", pensava altre volte. Ma più di rado, per fortuna, sennò la tristezza di questa storia finiva subito e non c'era la ricetta in fondo.
  4. Ubriacandosi da solo. Fortuna volle che anche la Cordazzi quel giorno fosse sola e ubriaca. Constatato che c'erano già due cose in comune, i due "furono spinti a conoscersi meglio", come ha dichiarato la Cordazzi dopo la morte del marito.
  5. Alla faccia di Huxley, Leary e tuttiquanti voialtri fricchettoni dimerda.
  6. Una sublime ricetta, per la precisione.
  7. O a fiato, o a motore, o a pedali. Ma non a schiavi o a animali, sennò non è cruelty free.