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Questa guida vuole essere un riferimento per il recupero di vecchi computer al fine di trasformarli in server, realizzando una configurazione minima. Di seguito è illustrato l'esempio di installazione di Debian, ma le istruzioni al suo interno dovrebbero essere sufficientemente generali.

Preparazione

Il primo passo per l'installazione di Debian consiste nello scaricare l'immagine .iso dal sito della fondazione.

Windows

Su Windows è possibile utilizzare un programma come Rufus, programma molto intuitivo dotato di un'interfaccia grafica che permette agilmente di creare un'unità USB con l'installer del nostro sistema operativo.

Debian Ubuntu

Inserire il dispositivo USB e digitare su terminale il seguente comando

lsblk

Il comando lsblk permette di mostrare sullo schermo la lista di unità a blocchi disponibili (tra cui la nostra pendrive). Le pendrive solitamente presentano sda, sdb o sdd come nome. Questo comando, inoltre, mostra per ciascun dispositivo anche i file system che lo formano: è quindi possibile, ad esempio, che se la nostra pendrive è listata come sdb, sotto di essa un'asticella mostri anche un suo eventuale file system sdb1. In questo caso, si procede con lo smontare il file system attraverso il seguente comando:

sudo umount /dev/sdb1

Per scrivere l'immagine ISO sul dispositivo USB è possibile usare il comando dd

 sudo dd if=debian-12.5.0-amd64-netinst.iso of=/dev/sdb status=progress oflag=sync bs=16M

dove il parametro if permette di specificare il file ISO e tramite of è possibile specificare il dispositivo di destinazione; l'opzione bs specifica quanti byte alla volta leggere/scrivere.

Configurazione

Una volta installato Debian e seguite le istruzioni dall'installer, si presenterà davanti a noi il terminale del sistema. Come primi passi, procediamo a configurare il nostro sistema in modo da connetterlo alla rete locale e renderlo accessibile da remoto tramite ssh.

Configurazione di rete

La configurazione di rete è gestita dal demone systemd-networkd, che si occupa di controllare tutti gli aspetti di rete tra cui anche gli indirizzi ip e le rotte per il traffico. Se non è attivo, procediamo ad attivarlo

systemctl enable systemd-networkd.service
systemctl start systemd-networkd.service

Guardare l'interfaccia cablata attualmente in uso utilizzando il comando ip a

Indirizzo IP dinamico

[Match]
Name=enp1s0

[Network]
DHCP=yes

Indirizzo IP statico

[Match]
Name=enp1s0
[Network]
Address=10.175.133.243/15
Gateway=10.175.0.1
DNS = 1.1.1.1

Configurazione ssh

Installazione di openssh-server

È necessaria l'installazione di openssh-server al fine di mettere il server in condizione di accettare connessioni ssh remote.

apt install openssh-server

Quindi, è possibile controllare se il servizio è in esecuzione verificando tramite il seguente comando

sudo systemctl status ssh

Nel caso il servizio non sia in esecuzione è possibile farlo partire tramite sudo systemctl start ssh

Usare chiavi ssh per l'accesso

Sul proprio computer è possibile generare le chiavi ssh usando

ssh-keygen -t rsa

Questo comando genererà la coppia di chiavi pubblica/privata all'interno della directory ~/.ssh. Durante la generazione delle chiavi verrà richiesto all'utente l'inserimento di una passphrase, ossia una password che verrà domandata ogni qualvolta si provi ad accedere utilizzando la coppia di chiavi.

È possibile copiare la chiave pubblica sull'host remote con il comando ssh-copy-id

ssh-copy-id -i ~/.ssh/id_rsa.pub $remote_user@$remote_host