EigenOrto

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L'eigenOrto è un orto urbano situato nel giardino di Scienze a Pisa; lo autogestiamo in armonia coi lombrichi e nel frattempo facciamo qualche esperimento agrario. Ogni tanto qualcuno si frega i pomodori (senza averli mai curati una volta).

Nell'orto, verdura e frutta! Qui si vede un pesco in fiore.

La sfida!

La creazione di un orto urbano completamente biologico, era per noi, studenti e studentesse dell'università di Pisa, una sfida che all'inizio pareva ben oltre le nostre possibilità. Vari elementi ci scoraggiavano, primo tra tutti il problema logistico. Lo spazio inutilizzato di cui ci siamo appropriati è infatti un giardino nella facoltà di Scienze, con un terreno assolutamente inadatto[1] allo scopo da noi prefissato.

Pancale di rape con calendule sul bordo. Rialzare la terra è un modo per dare spazio allo sviluppo delle radici, che altrimenti incontrerebbero presto lo strato di cemento.

Il primo ostacolo stato risolto mestando la terra con altra nuova, insieme a molti litri di stallatico. Altro nodo gordiano, dove rifornirci di tutto ci che non avremmo potuto riciclare/recuperare? Non senza sforzi abbiamo trovato un piccolo rivenditore locale che ci ha profuso consigli contadini per il futuro. Il tempo ha sicuramente costituito un altro problema, essendo noi tutti studenti e dovendo coniugare lo studio con gli improrogabili obblighi che la produzione di cibo porta con sé. Abbiamo costituito dei turni che prevedevano l'annaffiatura, la concimazione, l'uso di biopesticidi, l'estirpazione di graminacee e, infine, la raccolta.

E' stata una sfida con noi stessi prima di tutto, che ha messo alla prova il nostro ingegno, la nostra pazienza, la nostra voglia di fare. Rendere produttiva un pezzo di terra altrimenti abbandonato a se stesso, e farlo in modo sostenibile, questo era l'obiettivo che ci eravamo prefissati.

La realtà degli orti urbani ormai estesa a macchia d'olio in tutta Europa, con esempi importanti in Gran Bretagna per esempio, dove la Ong, che occupa della gestione del patrimonio culturale inglese, ha assegnato appezzamenti a chi ha espresso il desiderio di coltivarsi in proprio frutta e verdura. La lista d'attesa di oltre 100 mila persone che hanno fatto richiesta di piccoli appezzamenti ad uso agricolo situati nel centro delle città ha fatto maturare la decisione del National Trust di intraprendere questa nuova iniziativa che renderebbe profiqui terreni e che altrimenti andrebbero inutilizzati. "Capital growth" il nome della recente campagna atta a trasformare zone derelitte della città in progetti comunitari di coltivazione e autoproduzione di frutta e ortaggi in loco. Il progetto consiste nell'offerta di un supporto tecnico e finanziario alle comunità interessate (che spaziano da scuole ad aziende a singoli cittadini) ad avviare esperienze di autosufficienza alimentare. La previsione ambiziosa è di creare entro il 2012 nuovi spazi produttivi in oltre 2000 aree urbane. Addirittura oltreoceano arrivano testimonianze simili: a Montréal, in Canada, si è effettuato un progetto sociale per mobilitare le persone attorno ad un orto collettivo applicato ad alcuni quartieri della città. Negli Stati Uniti, a Los Angeles, si parla di giardini commestibili. Si propone di sostituire il prato con un paesaggio domestico commestibile. Gli ortaggi che si coltivano nei cortili, sostiene Haeg, l'architetto che ha ideato il progetto, ricreano un rapporto, che ormai si credeva perso per sempre, tra l'uomo e le stagioni, i cicli organici della terra ed il vicinato. "Lo spazio banale e senza vita del prato uniforme antistante la casa sarà sostituito dall'abbondanza caotica della biodiversità.

Perché abbiamo creato un orto urbano?

Eccone i motivi: Articolo

Blog dei lavori all'orto

Abbiamo deciso di scrivere questo day by day per aiutare chi volesse imitare il nostro percorso in qualunque modo, sul terrazzo di casa o ancora meglio, in un prato incolto come abbiamo fatto noi! Blog del primo anno, blog del secondo anno.

Piante coltivate

Con le caratteristiche nutrizionali, i consigli per la cura nell'orto, etc. Uau!

In primo piano, partendo da destra: tre filari di pomodoro, basilico, e mais. Il basilico sul fronte è a foglia verde e quello dietro è a foglia rossa.
Fiori del luppolo.
Ortaggi Spezie Cereali Alberi Fiori
Pomodoro Peperoncino Farro Melo Calendula
Cipolla Prezzemolo Avena Pesco Girasoli
Melanzana Basilico Grano Susino Orchidea selvatica
Zucchina Erba cipollina Mais Melograno Morning Glory
Cavolo Salvia Amareno
Zucca Salvia Gigante Salice
Piselli Camomilla
Carote Menta
Patate Origano
Ceci Maggiorana
Rucola Rosmarino
Peperoni Erba Medica
Spinaci Dragoncello
Lattuga Santoreggio
Topinambur
Tomatilli
Fagiolini
Mais
Fave
Rape
Bietole
Luppolo

Serra e magazzino

Un esempio di come è possibile organizzare piante ed attrezzatura nella serra.

La serra è una struttura costruita per fornire alle piante un ambiente luminoso e protetto dal freddo, dove passare le prime fasi della vita, in cui sono più vulnerabili. Una volta cresciute e irrobustite, le piante vengono trasferite nei pancali.

In serra c'è spazio per tutti/e! Porta pure le tue piante se hai bisogno di spazio: dentro troverai vasi, terriccio e altra attrezzatura che puoi utilizzare. Altri attrezzi stanno nel magazzino del casottino.


Biopesticidi e fertilizzanti

La giusta terminologia ortesca!

Note

  1. Orto 2017: cosa è stato fatto e perché, Quello attorno al casottino era un terreno industriale, un piazzale in cemento all’epoca della fabbrica Marzotto, che durante le ristrutturazioni del polo degli anni ’20 fu ricoperto con mezzo metro di terra, e parecchi rifiuti edilizi. Abbiamo bonificato l’area dissodando, rimuovendo i calcinacci e le griglie di plastica dal terreno.